Beni Culturali

 
L'ABBAZIA dei Santi Pietro e Paolo d'Agrò

Il monumento certamente più significativo della storia e della civiltà di Casalvecchio è l'abbazia dei Santi Pietro e Paolo d'Agrò. La sua costruzione sarebbe iniziata intorno al 1117 secondo il diploma del re Ruggero, e certamente terminata intorno al 1172, come documenta l'epigrafe in greco incisa sullo pseudo architrave del portale d'ingresso. Successivamente, nel corso del XVI secolo, la chiesa subì varie trasformazioni, che, tuttavia, non intaccarono il primitivo impianto. Il monastero fu definitivamente abbandonato nel 1794. Nel 1904 la chiesa, nel frattempo passata in mano privata, fu acquistata dallo Stato italiano. La planimetria della chiesa è a pianta pseudo basilicale a tre navate mostra una sintesi tra la pianta centrale e longitudinale. L'esterno ha l'aspetto fortificato di "ecclesia munita", aspetto ancor più accentuato dalle merlature perimetrali e dal verticalismo del corpo absidale, del tutto simile ad una torre. La chiesa è decorata da una fitta serie di lesene e di arcature intrecciate che si svolgono sulle superfici perimetrali, vivacizzate da effetti coloristici ottenuti dall'impiego di materiali diversi. Tale apparato murario trova forti rispondenze nella tradizione bizantina delle maestranze isolane, nonostante due secoli di dominazione araba. L'apporto di quest'ultima cultura è, invece, ben visibile nella sagoma ad ombrello della cupola centrale o nella cupoletta emisferica del presbiterio, come nell'uso delle arcate intrecciate nei paramenti esterni.
L'epigrafe, incisa sull'architrave del portale principale, è determinante per la datazione della chiesa. La traduzione dal greco è la seguente: "Fu ricostruito questo tempio dei Santi Pietro e Paolo da Teostericto catecumeno tauromenita a proprie spese. Possa iddio ricordarlo nell'anno 6608. Il capomastro Gherardo il Franco".
La cronologia greca si riferisce alla presunta origine del mondo, che precede di 5508 anni la nascita di Cristo, perciò la data del restauro della chiesa potrebbe riferirsi al 1172.


La chiesa di San Teodoro

La Chiesa si San Teodoro Martire è molto antica. Il professore Stefano Bottari la fa risalire al '500. Sorge nella parte inferiore del paese, ed è dedicata alla Madonna dell'Idria. Il prospetto è caratterizzato da una superficie molto ampia, sul portale vi è una formella marmorea raffigurante San Teodoro che sconfigge il drago. In questa Chiesa viene fondato, nel 1662, il Convento degli Agostiniani Scalzi e, nel 1678, dichiarata "Casa di Priorato" poichè ospitava dodici religiosi.
Dopo oltre due secoli di vita fu soppresso nel 1866 in conseguenza delle leggi che ne proibivano il culto. Successivamente, il Provinciale dell'Ordine degli Agostiniani Scalzi riconsegnava ai frati della Confraternita di San Teodoro la Chiesa attigua all'ex convento con tutti gli arredi sacri.
Del convento oggi sono visibili pochi ruderi accanto alla chiesa.