Manifestazioni e ricorrenze

CAPIDDUZZU DI MARIA

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Fede e folclore, riti e devozioni religiose. Ci sono avvenimenti che racchiudono mix misteriosi. Ed anche per questo affascinanti. Soprattutto perché si tramandano da periodi memorabili. Come la processione "du Capidduzzu di Maria", che da oltre tre secoli e mezzo si distingue per l'aspetto religioso e folcloristico e si effettua il sabato antecedente la prima domenica di settembre.

Quest'anno la festa tradizionale è prevista per sabato 6 settembre. Il Capello della Madonna viene conservato gelosamente in un'urna d'argento nel Santuario di Crispino, posto nella frazione montana Pellegrino. Questa tradizione risale al 1650, anno in cui Padre Antonio Faranda donava all'eremo crispiniano un frammento di Capello di Marìa Vergine, per atti del notaio Federico Dolcetta di Messina. Padre Faranda ebbe la sacra reliquia dal sacerdote Paolo Teloia di Randazzo, il quale, a sua volta, l'aveva ricevuta in dono dal Cardinale Ruìz del Val nel 1642. La donazione fu "vincolata" dall'obbligo della venerazione nel periodo stabilito di ogni anno. Ma frammenti di storia parlano pure di altri capelli della Madonna avuti dai monfortesi. Un documento del XVII secolo conservato nella chiesa madre di Monforte San Giorgio narra di un'altra reliquia di "Mariani Capelli – frasi testuali – avuti dal reverendissimo Pirri dell'Ordine dei Gerosolimitani di San Giovanni di Messina" tenuta nella chiesa, mentre in processione si venerava quello donato da Faranda. Ma si sa per certo pure che le reliquie di cui si narra nel documento sono andate perdute, e il prezioso "Capidduzzu" che oggi si porta in processione nell'urna d'argento, è stato donato dal sacerdote Giuseppe Battiato di Sant'Alfio nel 1907, come testimonia un'autentica del vescovo custodita nella chiesa madre monfortese.

L'effetto scenografico della processione, che parte all'imbrunire dalla frazione Pellegrino, adesso non è più costellato dai "bamparizzi" che si sviluppavano lungo il percorso, ma delle luminarie, il suono delle cornamuse accompagnate da flauti e tamburelli e il rullo dei tamburi delle confraternite, rendono l'atmosfera suggestiva.

Fino a qualche decennio addietro, inoltre, alla processione del Capello era legata indissolubilmente una manifestazione particolare: la "Cornamusa d'oro". La festa era l'occasione di richiamo per suonatori di cornamusa da tutto il meridione d'Italia,che si esibivano in una gara a tutti gli effetti. Si tratta di un'occasione originale che in chiave di curiosità turistica potrebbe essere riproposta con successo assicurato. Il "Capidduzzu di Maria" è pure una delle 18 feste tradizionali di Sicilia raccontate dallo scrittore catanese Giancarlo Santi ne "La strada dei Santi".


IMMACOLATA

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Un angolo suggestivo dalla panoramicità unica, che ritempra lo spirito e ridefinisce gli orizzonti. Il santuario dell'Immacolata è la meta obbligata dei pellegrini dell'8 dicembre, nella giornata dedicata alla Vergine.

Lassù in cima a al colle uno scrigno custodisce la statua della Madonna. La chiesetta dell'Immacolata domina su Monforte San Giorgio, posto nel cuore e sulle prime pendici dei Peloritani. Il piccolo luogo religioso si trova tra gli ultimi ruderi del castello di Federico II, che sorgeva imponente sulla vallata.

E la venerazione per Marìa si rinnova tradizionalmente l'8 dicembre con i pellegrinaggi da tutto l'hinterland. I devoti sfidano il freddo per rinnovare l'atto di fede dinanzi alla statua marmorea di Marìa col Bambino attribuita alla scuola lauranesca e per gustare lo splendore paesaggistico possibile dalla cima del colle Marra. Lo sguardo si allunga da Dinnamare al Golfo di Milazzo, fino alle Eolie e pure a Tindari, quando la visibilità climatica lo permette. Ma è pure da lassù che rimbomba quotidianamente l'eco delle tradizioni. Lo scampanio in filodiffusione della "Campanata dell'Immacolata", infatti, risuona sul paese e per tutto il comprensorio sia la mattina alle 6 che la sera alle 21. La processione della Madonna per le vie del paese rappresenta uno sforzo notevole, in quanto la statua marmorea pesa quasi quattro quintali e il percorso per raggiungere la cima del colle è solo un infinito susseguirsi di gradini. Tanto che le feste celebrate sono finite negli annali. Si ricorda una grande celebrazione per l'Immacolata nel 1916, mentre gli anziani rievocano ancora la grande commozione che coinvolse tutti i fedeli monfortesi nell'immediato dopoguerra, quando venne collocata la grande croce sulla facciata della chiesetta in cima alla collina che di notte è visibile anche dai paesi vicini perchè sempre illuminata.

Indimenticabile la festa del 31 luglio del 1977. Venne realizzata una vara particolare per permettere una migliore presa ai portatori lungo le scalinate che conducono fino al centro. E anche una apposita passerella venne allestita per il passaggio della processione nella parte alta della zona Castello, allora quasi impraticabile.

Come è tanto caro il ricordo della pioggerellina che accompagnò la processione quando la statua marmorea della Madonna giunse nel centro abitato. "Quasi una benedizione divina" disse qualcuno.

E sull'onda di quei ricordi la gente si è mobilitata per una nuova grande festa l'anno scorso. Nell'agosto del 2002 il sogno di una nuova grande festa si è realizzato con l'impegno di tutta la comunità parrocchiale retta da Padre Pippo Donia. Tre domeniche intense, ma complessivamente due settimane di grande unità attorno alla chiesa, con momenti di preghiera e feste in piazza. Il 4 agosto 2002 la Madonna è stata portata in paese. La domenica successiva è stata celebrata la festa solenne con la processione per le vie del paese, ed il 18 agosto è stata riportata in cima al colle.

Adesso pare che i devoti non vogliano aspettare un altro quarto di secolo per un'altra festa, mentre si prepara la meglio la celebrazione al santuario. Insieme alla tradizionale "novena" (la messa viene celebrata da Padre Donia, tutte le mattine, per nove giorni al Santuario), è in atto anche la cura dei luoghi in attesa del giorno di festa.

La devozione del comitato spontaneo, inoltre, continua l'opera di miglioramento del santuario per una fruibilità sempre più gradevole. Un lavoro meticoloso e soprattutto volontario sta rendendo sicura la scalinata che conduce alla piazzetta del Santuario. Già per alcuni tratti una splendida staccionata in castagno lavorato è stata collocata, ma tutto il percorso sarà presto completato. E anche la spianata a fianco della chiesa adesso è stata valorizzata e resa accessibile a tutti. Il grande spazio verde attiguo al Santuario, che rappresentava un pericolo soprattutto per i bambini, è stato dotato della stessa staccionata in legno, che "apre" una tranquilla finestra cui appoggiarsi sui panorami circostanti.

Gli appuntamenti del gruppo si rinnovano soprattutto la domenica mattina, quando si prende cura anche delle edicole della Via Crucis poste lungo la salita. Ma il bello delle cose ognuno lo scopre da se. Bisogna giungere di persona in cima al Colle Marra. Ad un passo dal cielo, dove tutto sembra risorgere!