Camminando per

Passeggiata a piedi per le rocche di Alcara.

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Consigliabile per chi ama il trekking e le alte vette di tipo Dolomitico una escursione a piedi partendo dalla rocca Calanna (1.045 metri s.l.m.) per proseguire sulla rocca del Crasto (1.315 metri s.l.m.) e passando per tutte le vette del costone roccioso che sovrastano il Paese per concludere sulla rocca Traura (1.005 metri s.l.m.) dalla quale si gode un panorama mozzafiato. Durante questa escursione e facile assistere al volo di uccelli maestosi come l’Aquila Reale, i Grifoni, le Poiane, etc…
a cura di: Patroniti Roberto


Grotta del LAURO

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Una delle grandi meraviglie naturali del territorio di Alcara Li Fusi e dei Nebrodi, è la Grotta del Lauro, situata a 1068 metri s.l.m., nel contesto delle imponenti Rocche del Crasto, un anfiteatro roccioso di tipo dolomitico.
Nella Grotta sono presenti innumerevoli stalattiti, stalagmiti, colonne dalle forme più svariate e anche un tipo di concrezione mammellonare formata da spessi strati di calcite, nel suo interno trasparente.
Tramite un ampio ingresso di forma ovale si incomincia una leggera discesa che porta ad una prima grande caverna delle dimensioni irregolari, con una volta altissima costellata da stalattiti di svariate forme, inoltre delle stalagmiti anch’esse di forme e di dimensioni diverse ed un’imponente colonna che funge da pilastro, proseguendo con una leggera salita si giunge ad una seconda caverna anch’essa molto ricca di suggestive colonne stalagmitiche e di nuove e molteplici stalattiti che rendono la volta della caverna di una bellezza unica.
Dalle due caverne partono dei cunicoli che scendono e si incrociano portando ad altre stanze di dimensioni minori ma dalla bellezza illimitata.
Il silenzio del luogo è interrotto dal rumore lento, ritmico, eguale, prodotto dal gocciolio dell’acqua trasudante dalla volta.
Oltre che da un punto di vista geospeleologico la grotta del Lauro è interessante per la presenza in essa di due esemplari di “Troglobie”, di invertebrati miriapodi di alto interesse biologico che costituiscono un Endemismo tipico ed unico di questa Grotta “ENTOTALASSINUM NEBRODIUM” e “ BERONISCUS MARCELII”.
Nella grotta alcuni studiosi hanno rinvenuto materiale archeologico preistorico di grandissimo interesse scientifico.

Per salvaguardare l’habitat della Grotta è stato emanato un regolamento per gli escursionisti che vogliono visitare il sito.
Per le escursioni e necessario presentare un richiesta al Comune di Alcara Li Fusi almeno cinque giorni prima.
L’escursione naturalistica è di media difficoltà, la durata si aggira intorno alle 5 ore, ed è necessario avere un abbigliamento adeguato nonché delle scarpe tipo trekking.
Nel periodo estivo le visite guidate sono organizzate dall’Associazione Amici della Terra / club Nebrodi Cell. 347 5794695
a cura di: Patroniti Roberto


ITINERARIO ARTISTICO – CULTURALE.

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Se il contesto territoriale offre interessanti attrattive naturalistiche, archeologie e paesaggistiche, altrettanto dicasi per il ricco patrimonio storico – artistico, attraverso la cui lettura si rinvengono segni e testimonianze di un glorioso passato.
Un itinerario molto suggestivo è il seguente: si parte dalla Chiesa del Rosario, all’inizio del paese, che presenta un bel portico del XV sec. (costruita nel 1163 sotto la dominazione Normanna) vi si ammira una statua marmorea di Maria SS. Della Catena e una pregevole tela raffigurante il Visitatore di Giuseppe Tommasi del 1667, proseguendo per la strada principale che conduce verso il centro del Paese, si arriva al Convento delle Suore Benedettine, eretto nel 1580, con annessa Chiesa di Sant’Andrea, un tempo chiamato “Ospedale dei Pellegrini” recentemente restaurato, in esso si può ancora vedere la “Rota”, posta in un muro vicino all’ingresso principale la quale girando su se stessa, lasciava passare degli ingombri dall’esterno all’interno, fù usata per deporvi i bambini abbandonati che poi venivano raccolti e allevati dalle Suore; risalendo una viuzza laterale si arriva alla Chiesa di S. Pantaleone Martire, nell’omonima Piazza, costruita nel 1600 e ancora aperta al culto, che custodisce una ricca collezione di libri antichi fra i quali un incunabolo rarissimo del 1487 (Bibbia De Lyra) e pitture di notevole pregio, in particolare meritano mansione la tela di S. Antonio Abate, quella dei Santi Cosma e Damiano e di S. Pantaleone dipinte nel 1671 da G. Tommasi, quella della Sacra Famiglia dipinta da Pietro Castelnovo nel 1681. All’Altare Maggiore si ammira una stupenda tela del Damiani (1539) raffigurante la Madonna col Bambino, circondata da una schiera di angeli e sovrastante uno stuolo di Santi, da ammirare la cornice di legno in stile Barocco; proseguendo per la Via Don Gusmano si ammira una bella finestra Bifora del XV sec., e si giunge, risalendo la Via SS. Annunziata e passando davanti all’omonima chiesetta, all’antico quartiere Motta, il più antico nucleo abitativo del paese, di chiara impronta medievale, il cui intreccio delle vie richiama la tipica disposizione dei quartieri Arabi;
Continuando si giunge nei pressi dei ruderi del Castel Turio, una torretta (risalente al XII sec. A. C.) arroccata su uno spuntone roccioso, e la piccola Chiesa della SS. Trinità, unici resti dell’antico abitato, fondato, come vuole la tradizione, da PATRON TURIO. Ai piedi dei ruderi del Castello, scendendo per la Via S. Antonio, si trova la monumentale Fontana Abate costruita in età remota dai Turiani, adornata di stemmi, pinnacoli e volute di pietra, dalla quale sgorgano sette cannoli d’acqua freschissima. Dalla Fontana escono sette grandi getti d’acqua che si versano in una lunga vasca. Nella parete della Fontana si notano tre iscrizioni latine. Quella centrale è rappresentata da due versi, che riportiamo testualmente: Quas antro gelidas hausit Gens Turia lymphas – Arcara hoc placido splendida fonte bibit, che in italiano significa: La splendida Alcara beve da questo placido fonte le gelide acque che la Gente Turiana cavò fuori dall’antro. Al di sopra di questa iscrizione è fissato l’antico stemma della città cioè un aquila coronata con le ali spiegate scolpita in pietra. Nell’iscrizione a destra si può leggere: Taurianae nunc Alcariae civitas sumptu, cioè fontana costruita a spese della città Turiana ora Alcara. In seguito al terremoto del 10 giugno 1490 la fontana subì notevoli danni, ma fu subito ricostruita; nel secolo scorso, a seguito di una frana dovuta ad infiltrazione negli strati sottostanti, avvenne il crollo di tutta la fontana, ma venne immediatamente ricostruita. In tale occasione fu aggiunta una terza iscrizione a sinistra e che dice: Post passas ruinas melior resurgo, Anno 1841, cioè: Dopo le subite distruzioni, risorgo migliore. Accanto alla Fontana Abate vi si trova una vaschetta con altri due getti d’acqua e nelle vicinanze sorge un grande lavatoio con ampia tettoia comprendente 24 vaschette con altrettanti getti d’acqua, ove le donne del Paese lavavano i panni.
Sul torrente “Stidda”, si susseguono i mulini ad acqua, uno dei quali è ancora integro (proprietà privata).
Continuando verso la fine del paese, si giunge nella Piazza De Gasperi dove sulle rovine del Tempio Pagano dedicato alla Dea Fortuna sorse la Chiesa di S. Elia, ed accanto il Convento dei Cappuccini, costruito nel 1574, all’interno della Chiesa vi si trovavano un Tabernacolo in legno intagliato e adorno di numerose statuette, paziente lavoro dei Frati del XVI secolo è attualmente conservato in un deposito in attesa di restauro, mentre l’antico crocifisso in legno si trova, in una teca di vetro, nella Chiesa di S. Pantaleone. Annessa alla Chiesa vi è la sala dei morti con varie nicchie e in cui venivano appesi i corpi dei frati deceduti. Il Convento dei Cappuccini fu quasi completamente distrutto da un incendio nel 1956, risparmiando solo la Chiesa e la biblioteca. I preziosi libri si trova no oggi presso la Chiesa di S. Pantaleone. Il Testo più antico risale al 1487, un incunabolo rarissimo con incisioni su legno e le prime e ultime quattro pagine manoscritte su pergamena con miniature. In luogo del Monastero oggi si trova un parco giochi dal quale si gode un panorama suggestivo della vallata del Rosmarino. Ritornando nella Piazza Politi, al centro del paese, si può ammirare la Chiesa Madre di epoca Bizantina, con absidi e campanile del sec. XVI sec.dove è custodita anche la statua e le reliquie di S. Nicolò Politi, Santo protettore di Alcara. In essa, oltre ad un antico organo a canne recentemente restaurato, si possono ammirare pregevoli tele (Castelnovo – Damiani – Tancredi – etc..) Annesso alla Chiesa c’è un oratorio in cui ha sede la confraternita del SS. Assunta.
Infine, scendendo per la via Libertà, si giunge nel quartiere S. Michele con l’omonima Chiesa, costruita nel 1523 e dedicata a S. Michele Arcangelo, con un pregevole soffitto in legno dipinto. All’interno della Chiesa, si ammira una pregevole statua dell’Immacolata e di S. Michele Arcangelo. La Chiesa un tempo era la cappella dell’antico Monastero dei Minori conventuali. Suggestivo il vicino quartiere del Calvario dove nella settimana Santa si svolgono parte delle funzioni pasquali.

Nei dintorni: in località Grazia, si può ammirare la piccola chiesa omonima, si dice che sia stata costruita in segno di ringraziamento dopo l’epidemia pestilenziale del 1525 dalla quale Alcara rimase indenne. La Chiesetta sorge ai piedi di un affascinante costone roccioso. A circa 7 Km. ad ovest dal Paese sul versante sinistro della vallata del fiume Rosmarino si trovano i resti del Monastero Basiliano di S. Maria del Rogato e l’annessa chiesetta al cui interno vi si trova un raro affresco murario di chiaro stile Bizantino, raffigurante la Vergine dormiente, purtroppo non restaurato. Ogni anno 15 Agosto per ricordare l’ultima visita che S. Nicolò Politi fece al Rogato, il 15 agosto 1167 viene celebrata una messa con grande devozione di devoti. Spostandosi di circa 4 Km. a est del Paese si giunge all’Eremo di S. Nicolò Politi, costruito verso la fine del secolo XII, a cui interno vi è racchiusa la piccola grotta che la tradizione indica come dimora del Santo eremita. Ogni anno il 18 Agosto per ricordare il ritrovamento del corpo senza vita di S. Nicolò Politi fece, il 18 agosto 1167 viene celebrata una messa con la partecipazione di moltissimi devoti.
a cura di: Uff. Turistico Comunale


Passeggiata a piedi per i boschi di Alcara

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Il territorio di Alcara, si presta molto facilmente alla realizzazione di molte escursioni a piedi (immersi nella natura incontaminata). Sono pochi i Paesi che possono vantare le caratteristiche del nostro territorio dal quale in pochi minuti si può raggiungere il mare, o fare delle passeggiante in delle rocche di aspetto Dolomitico oppure raggiungere i boschi e i laghi del Parco dei Nebrodi.
Una passeggiata molto suggestiva che impegna gran parte della giornata e quindi consigliabile partire di mattina, sarebbe quella di lasciare le auto a circa 12 Km. dal centro urbano di Alcara, nella C/da Scavioli (1.000 metri s.l.m.)e proseguendo a piedi per Monte Scafi (1.187 metri s.l.m.), lago naturale Biviere (1.278 metri s.l.m.), Passo taverna (1.300 metri s.l.m.) per arrivare al Lago artificiale Maullazzo (1.450 metri s.l.m.) dopo il pranzo si ritorna indietro alle auto. L’intera escursione copre una distanza di circa Km. 30 ed un tempo di circa 8 ore, quasi tutti pianeggianti.
a cura di: Patroniti Roberto