Cenni Storici del Comune di Alì Terme

Cenni Storici del Comune di Alì Terme

Il Paese di Alì Terme vanta un’antichissima origine. A tal proposito sono state formulate diverse tesi storiche.Alcuni studiosi sostengono che Alì vanti i suoi natali da Elide, una cittadella della Grecia. Dal manoscritto “La Storia della terra di Alì” di Padre Serafino, cappuccino e maestro di novizi del convento di Alì, così inizia la narrazione: “La colonia fondò la sua prima abitazione nella Marina di Alì, vicino al promontorio Argeno detto ‘Capo Grosso’, nella cima e sulla pianura di questo promontorio chiamato oggi Migliorvino o Mollerino. Quivi furono ritrovati i resti di quell’epoca lontana: un pavimento fatto a mosaico, mattoni antichi, resti di ossa umane, gallerie sotterranee, monete, lampade di terracotta ed altro…”.

La presenza degli antichi coloni è dimostrata anche dal ritrovamento sui due promontori Agresti e Impromile di resti di fortezze che furono costruite per difendere la vicina colonia.Questi abitanti erano però continuamente molestati dai corsari Saraceni, con invasioni e saccheggi. Così, passati molti anni, per esimersi da queste molestie, si ritirarono sopra il Monte Saturnio o Netturnio (detto in seguito Sparverio, Spaverio e infine Scuderi). Di questo monte, meraviglioso ammasso di pietra rocciosa di natura calcarea, parlano molti autori di storia sicula, fra i quali si ricorda l’Abate Vico Amico che, nel “Dizionario Topografico della Sicilia”, così lo descrive: “… Scuderio, se ne stende alquanto declive per una pianura abbondante di erbe e piante. Osservansi resti diruti, vestigia di fabbricati ed un mulino a vuoto, segno di antiche abitazioni…”.

Anche Padre Serafino racconta che nel mezzo del piano di questo monte vi era un buco tortuoso, nel quale scendevano dei curiosi attirati dal richiamo di trovare tesori. Fra questi, Giuseppe Panarello, un vecchio nivarolo, sosteneva di aver trovato una moneta di finissimo oro coniata da ambo le parti e uno spillo di ottone di circa un palmo con la testa di diamante. Quindi tutti questi ritrovamenti, alcuni dei quali sono oggi conservati nel Museo di Palermo ed altri presso famiglie Messinesi, testimoniano la presenza di quella antica popolazione, che costruì sul monte Scuderi una sontuosa città.Ma se la loro abitazione situata sopra il monte era più protetta dai soprusi, dalle violenze dalle scorrerie dei pirati, gli abitanti dovevano combattere le continue intemperie, i venti forti e le abbondanti nevi (…cfr Samperi – “Messana Naturae Prodigium”).Alla fine, abbandonato quel sito inospitale, decisero di scendere in basso, a tre miglia dal mare. Qui costruirono la terza abitazione (il presente paese), che fu chiamata Elim in onore dell’antica patria dalla quale erano partiti i loro antenati. Questo nome venne poi, col tempo, trasformato in Alì. Secondo altri storici, invece, Alì sarebbe stata fondata dagli Arabi: Alì in onore di Maometto.

Infine, se vogliamo prestar fede ad alcuni scrittori, questo nome potrebbe derivare da Ali (senza accento) poiché Monte Scuderi sembrava avere ai suoi fianchi due ali e così il paese, in suo onore, venne chiamato “Paese delle Ali”, e in seguito l’antica denominazione Ali si Trasformò in Alì (con l’accento).Infatti, a testimonianza di questo, lo Stemma di Alì Terme raffigura uno Sparviero su sfondo azzurro con le ali argentate aperte nell’atto di sollevarsi dal monte.Nel 250 a.C. il nuovo paese sorgeva alle pendici di una collinetta dal clima dolce, con numerosi caseggiati che ospitavano circa 14mila abitanti. Quando Messina fu assediata dai Cartaginesi gli Aliesi corsero in suo aiuto e, insieme, sconfissero il nemico. Ritornati al paese lo trovarono bruciato e saccheggiato dai Saraceni. Furono allora i Messinesi ad aiutare gli Aliesi a ricostruirlo e pare che in quel periodo la popolazione raggiungesse i 38mila abitanti, mantenendosi così numerosa fino al 1600.Nel 1674-78, quando Messina era in guerra con la Spagna, Alì venne di nuovo saccheggiata dai Saraceni, che qui dominarono fino al 1800.Dopo la cacciata dei Saraceni, il Conte Ruggiero fece edificare l’Abbazia di San Pietro e Paolo di Itala, concedendo al primo Abate Gelasio, in commenda, i paesi di Alì e di Itala. Così, queste due località ebbero per parecchi secoli, come Signore Temporale, l’Abate di questo Monastero.Nel 1886 i beni monastici furono soppressi e l’esteso bosco della commenda fu diviso fra i paesi suddetti.

In origine e fino al 1910 il paese si chiamava Alì Marina, per la sua vicinanza al mare. Esso era una frazione del vicino comune di Alì, situato alle falde del Colle Sant’Elena, a 450 mt slm. Con la legge n° 394 del 30 Giugno 1910 questa frazione venne distaccata dal comune originario di Alì e costituita in Comune Autonomo denominato Alì Marina, autonomia che di fatto ottenne nel 1911, diventando così anche capoluogo di Mandamento della provincia di Messina.Successivamente, a causa del crescente sviluppo turistico e balneo termale e dell’importanza assunta da questo centro divenuto sede di studi e di importanti uffici pubblici, con Regio Decreto n° 2040 del 18 Agosto 1928, l’originario comune di Alì (denominato ora Alì Superiore) venne aggregato ad Alì Marina.

Nel 1946, in virtù del D.L.L. n°181 del 22 Febbraio, il comune di Alì è stato ricostituito con la circoscrizione preesistente all’entrata in vigore del decreto sopraccitato (18 Agosto 1928), riottenendo definitivamente la propria autonomia.Allo stato attuale il territorio è ripartito in due distinte circoscrizioni: una (lato nord) appartenente al comune di Alì Superiore (posta in sede montana) e l’altra (lato sud) appartenente a questo comune marittimo avente oggi la denominazione più appropriata di Alì Terme, per effetto della legge regionale n° 250 del 31 Luglio 1954, per la presenza di acque terapeutiche famose fina dal XVIII secolo. Molte notizie, riguardo alle terme, ci vengono fornite dal manoscritto Padre Serafino “Storia della terra di Alì” che così le descrive: “…i bagni sono situati a pochi passi dal Capo Grosso (oggi Capo Alì) lungo il litorale della marina. Sono mirabilmente prodigiosi a prò di tanti ammalati bisognosi di queste cure ed anche di infermità non conosciute e stimate per ciò incurabili…”

Il chimico messinese Gioacchino Arrosto dichiarò che queste acque contenevano una tale quantità di iodio da renderle più pregiate e salutari fra le acque dell’intera isola. Le facoltà curative di queste acque furono riconosciute anche dall’Accademia di Gioenia di Catania e dal famoso geologo Cassinese Padre Barnaba La Via.Rendono pubblica testimonianza dell’efficacia e rinomanza di questi bagni anche molti scrittori antichi tra cui il Reina, che scrisse di queste acque elogiandone le qualità curative. Esistono per lo sfruttamento delle acque termali due grandi stabilimenti: uno è quello di Granata Cassibile e l’altro è quello dei Marino.Le acque delle Terme Granata Cassibile erano già conosciute in epoca remota, infatti, in prossimità dell’attuale stabilimento, esisteva un “pozzo dei miracoli” al quale si attribuivano proprietà miracolose.

Verso il 1500, la famiglia Granata iniziò lo sfruttamento di queste acque, che venivano raccolte in vasche scavate nella roccia. All’inizio del XIX secolo, dopo tre secoli e mezzo di tali attività allo stato rudimentale, la famiglia Granata (nel 1895) vendette le terme alla Marchesa di Cassibile che ribattezzò lo stabilimento “Rinomata Terme di iodio–idro–carbonico–solforose”. Infine le terme passarono ai fratelli Sterrantino.Il secondo stabilimento di proprietà del fu Sig. Giuseppe Marino, è oggi gestito dai suoi figlioli. Esso è situato un po’ a monte presso la strada ferrata e la stradale che conduce ad Alì Superiore, a poche metri dalla S.S. 114 Messina – Catania, al riparo dai rumori stradali ed ai piedi di una collinetta. Le sorgenti delle terme Marino erano famose per la loro abbondanza di iodio, utile per la cura della malattia di ricambio, della uricemia e degli stati anemici.Nel 1946, dopo vari sondaggi del terreno, venne iniziata la lutoterapia. La qualità dei fanghi minerali naturali ed i risultati terapeutici fecero sì che le sorgenti termali fossero conosciute fin dai tempi più lontani, come testimonia la lapide affissa sul muro esterno dello stabilimento termale Marino.

Quindi, grazie alla maggiore funzionalità delle terme in attività tutto l’anno, il paese godeva di un turismo continuo e di élite. Questo faceva si che ad Alì affluissero le esperienze culturali più disparate, le idee filosofiche e politiche più illuminate, gli studi scientifici e geologici più avanzati: scrittori, scienziati, dottori, letterati, pittori, notabili,… erano in passato i turisti di Alì.Oggi la situazione è completamente cambiata. Tali stabilimenti termali, infatti, sono oggi frequentati da persone che vogliono fruire delle cure termali soprattutto nei mesi estivi. Naturalmente, questo determina una differenza di afflusso turistico nel diversi mesi dell’anno. Infatti, mentre in passato i turisti affluivano ad Alì Terme tutto l’anno oggi nei mesi invernali il paese conta solo i suoi circa 3000 abitanti.